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Cambio al vertice del CINCNAV - Cerimonia a bordo di Nave Garibaldi

News del 12 Ottobre 2019

Sabato 12 ottobre si è tenuta a bordo di Nave Garibaldi a Taranto la cerimonia di avvicendamento al vertice del Comando in Capo della Squadra Navale tra l'Amm.Sq. Donato Marzano (cedente) e l'Amm.Sq. Paolo Treu (subentrante).
L'Amm. Marzano lascia il Comando dopo tre anni di onorato servizio, durante i quali la Squadra Navale si è vista impegnata in numerose operazioni in teatri operativi nazionali ed internazionali. Tra queste si citano l'operazione "Mare sicuro", l'operazione "Sea Guardian"sotto egida Nato; l’operazione "Atalanta", per il contrasto alla pirateria marittima, le operazioni europee "Triton" ed "Eunavformed Sophia", e le molteplici esercitazioni nazionali, Nato, Ue.
L'Amm. Treu assume il comando dopo aver ricoperto l'incarico di Sottocapo di Stato Maggiore, nonchè, in precedenza, i prestigiosi incarichi di  Maritime Component Commander della NATO Response Force 2014 e di  Direttore del IV Reparto (Coordinamento dei Programmi di Armamento) presso il Segretariato Generale della Difesa/Direzione Nazionale degli Armamenti.

Nel discorso del nuovo Comandante (riportato qui di seguito) sono state espresse parole di sincero ringraziamento a tutto il personale della Forza Armata, ed è stato altresì ribadito, il ruolo sempre più centrale e crescente del mare nell'assetto geopolitico presente e futuro del nostro Paese. Inoltre, l'Amm. Treu ha rivolto un particolare saluto ai compagni del Corso Phoenix ed al Presidente dell'Associazione Nazionale F. Morosini, presente alla cerimonia.

"Autorità tutte e gentili ospiti, mi associo di vero cuore ai sentimenti di gratitudine manifestati dall’Ammiraglio Marzano per esserVi uniti a noi in questa cerimonia, arricchendola con il Vostro affetto nei confronti del personale della Squadra Navale.
Un ringraziamento speciale a Taranto, icona della marittimità nazionale e città di cui la Marina è un vitale pilastro.
Rendo deferente omaggio alla Bandiera di Guerra della Marina Militare e delle Forze Navali, alla quale la preghiera del marinaio chiede a Dio di dare giusta gloria e potenza e donare vittoria.
Pari omaggio rendo alla Bandiera di Guerra del 1° Reggimento San Marco e alla Bandiera di Guerra delle Forze Aeree della Marina.
Mi inchino davanti ai nostri caduti, in segno di profondo rispetto per la loro estrema ed esemplare generosità.
Al Capo dello Stato, Comandante Supremo delle Forze Armate, e al Governo, in particolare al Signor Ministro della Difesa, va la mia profonda gratitudine per la nomina a Comandante in Capo della Squadra Navale.
Un sentito ringraziamento al Capo di Stato Maggiore della Marina, all’amico Pino, per avermi proposto per questo incarico, che ho sempre considerato il più bello per un marinaio giunto alle ultime onde della sua carriera.
Caro Pino, insieme a Te ho vissuto formidabili avventure, mi conosci bene e sai che la mia collaborazione sarà leale, schietta e costruttiva, ma non supina. Sai che fra noi il confronto potrà essere anche dialettico, ma sai anche che, al momento della decisione, imbraccerò il remo per vogare nella direzione da Te indicata.
Ammiraglio Marzano, caro Donato, comprendo la Tua burrasca emotiva al termine di una brillante carriera, trascorsa sempre con le navi nel cuore e nella mente.
Anche con Te ho vissuto indimenticabili imprese e Ti ho sempre ammirato per la Tua esemplare competenza, rara professionalità, trainante passione e inscalfibile dedizione.
Ti ho ammirato anche per la Tua sensibilità nei confronti delle persone più deboli e sfortunate, che ha rivelato in Te quello spirito di solidarietà che alberga nel petto dei più grandi marinai.
Auguro a Te e alla Tua gentile consorte Patrizia un futuro prodigo di serenità e di ulteriori successi.
Ai vertici emeriti della Marina, rinnovo la gratitudine per la preziosa eredità lasciataci. Fra questi ringrazio gli Ammiragli Binelli e Girardelli per essere qui fra noi.
Un fraterno saluto al personale delle Capitanerie di Porto, ai Carabinieri per la Marina e alla Lega Navale Italiana.
Un abbraccio ai soci dell’Associazione Nazionale Marinai d'Italia e delle Associazioni Combattentistiche.
La mia riconoscenza alla Rappresentanza Militare nonché ai Rappresentanti Sindacali, per la loro preziosa opera.
Un solidale omaggio ai nostri veterani e a chi soffre, nonché alle famiglie che hanno perso il loro cari: non vi abbandoneremo.
Un affettuoso abbraccio alle care genti della nostra preghiera del marinaio, che con noi condividono le difficoltà di una carriera fatta di grandi sacrifici, oltre che di grandi soddisfazioni, permettendoci di assolvere al meglio le nostre missioni.
Un riconoscimento speciale a mia moglie Paola: senza il Tuo incondizionato amore, la Tua costante abnegazione e la Tua ammirevole generosità, nulla sarebbe stato possibile. Un abbraccio a mio figlio Carlo: sono fiero di Te e grazie per essere qui.
Fra i parenti presenti, venuti da lontano, un affettuoso ringraziamento a mia madre Lucia: Ti sono riconoscente per i valori che mi hai trasmesso insieme allo spirito di avventura, quello spirito che Ti ha portata fin qui, incurante dei Tuoi ruggenti 85 anni.
Un goliardico saluto ai compagni del Corso Saoren dell’Accademia Navale e del Corso Phoenix dell’allora Collegio Navale Francesco Morosini, nonché al Presidente dell’Associazione Nazionale Scuola Navale Militare Francesco Morosini.
Donne e Uomini della Squadra Navale, militari e civili, noi siamo i cuori, le menti e le braccia che compongono i nostri equipaggi a bordo e a terra e che armano le correlate strutture di comando, noi siamo tutti parte di una sorta di orologio, in cui ingranaggi grandi e piccoli sono tutti parimenti indispensabili, hanno tutti pari dignità e girano insieme per produrre il risultato.
Donne e Uomini con cui ho avuto il privilegio di lavorare, Vi ringrazio di vero cuore perché alla mia nomina avete contribuito anche Voi, grazie ai successi che insieme abbiamo conseguito, perché non sono mai stati merito di un singolo. Desidero dunque che viviate questa mia nomina come un Vostro personale successo.
Donne e Uomini della Squadra Navale, ascoltate il segnale di ottimismo che viene dal mare, grembo delle origini della nostra vita e del suo segreto, scrigno della nostra stessa sopravvivenza.
La crescente centralità del mare non può più essere negata, pertanto è imperativo che i paesi investano nelle proprie Marine, pena l’emarginazione o l’estinzione.
L’ottimismo è riflesso anche dalle lamiere delle nostre nuove navi, rafforzato dall’attesa di quelle in arrivo nei prossimi anni.
Il 25 maggio è stata varata Nave Trieste: la più grande nave da guerra mai costruita in Italia, pilastro del lungimirante programma di rinnovamento navale lanciato dall’Ammiraglio De Giorgi.
Quel colosso, monumento all’ingegno e all’operosità degli italiani, con grande eleganza e spettacolarità è scivolato in mare, nel solco di antiche e vibranti tradizioni.
Il lancio dei guanti delle maestranze, all’inizio della corsa, è parso quasi un sollevarsi al cielo di mani vittoriose, mani di gente orgogliosa per aver realizzato quella straordinaria opera.
Mi sono commosso, perché in quel varo non ho percepito solo l’evidente segno di una Marina proiettata verso il futuro, ma ho immaginato l’Italia che ripartiva, riprendendosi la Sua grandezza, perché gli italiani, quando vogliono, non sono secondi a nessuno.
In aderenza al concetto di impiego duale la Marina, acquisendo Navi sempre più versatili e potenti, ha amplificato le possibilità di intervento a favore della collettività, ma ancor più ha incrementato le capacità militari, in un mondo in cui ardono molti focolai di conflittualità e in cui i paesi emergenti corrono ad armarsi.
Degno di nota è il programma di rinnovamento della capacità strategica della portaerei, che alla fine del 2020 vedrà l’imbarco sul Cavour dei primi JSF per la Marina, consentendo al rivoluzionario velivolo di esprimere il massimo delle sue capacità, avvalendosi della mobilità e versatilità che solo una nave è capace di offrire.
L’impiego duale mi riporta al mio comando del 30° Gruppo Navale, incentrato sulla Portaerei Cavour con 3 navi di scorta, per la Campagna “Il Sistema Paese in Movimento”, di cui quest’anno ricorre il primo lustro dal rientro in Italia.
La storica spedizione è stata molto complessa e ha richiesto lo svolgimento di molteplici attività attorno al Golfo Persico e all’Africa. Oltre alle classiche attività addestrative, operative e di cooperazione, i miei equipaggi hanno supportato la politica estera e la promozione delle eccellenze dell’industria della difesa e non solo, dedicandosi anche all’assistenza umanitaria.
Insieme abbiamo affrontato navigazioni e soste difficili, con la minaccia terroristica sempre in agguato. Lo abbiamo fatto con coraggio, animati da uno spirito di fratellanza universale, non certo da colonialistica arroganza, e siamo stati premiati, perché in cambio abbiamo ricevuto ospitalità e sicurezza, per noi e per le nostre splendide navi.
È stato un virtuoso esempio di promozione dell’Italia e di assistenza portata in Africa, a favore di popolazioni di un continente che ha grandi potenzialità e che ha bisogno di crescere.
Sul piano umanitario, a bordo della Portaerei Cavour, abbiamo operato 114 bambini affetti da labbro leporino ed effettuato 47 interventi ortodontici, mentre su Nave Etna abbiamo assistito 2.513 bambini per combattere la cecità evitabile.
Il successo dell’impresa è derivato da un coeso lavoro di squadra, che ha coinvolto diversi dicasteri e realtà industriali, oltre alla Croce Rossa Italiana, Operation Smile, la Fondazione Francesca Rava e personale civile impiegato a vario titolo. Si è cercato di muovere il Sistema Paese, per dare giusta gloria all’Italia e alle pregevoli qualità umane, militari e industriali del nostro popolo. 
Ho condotto la spedizione ispirato dal motto dannunziano “io ho quel che ho donato”, perché noi non siamo ciò che teniamo egoisticamente per noi stessi, ma siamo ciò che lasciamo agli altri, con il nostro agire, con il calore del nostro cuore, l’ingegno della nostra mente e la forza delle nostre braccia.
Un'altra ispirazione l’ho tratta da un Ufficiale di Marina esploratore dell’Africa, mio corregionale: Pietro Savorgnan di Brazzà.
Charles de Chavannes scrisse di lui e dei suoi uomini: "Voi siete quelli che marciano senza sosta, che camminano ritti senza arroganza e senza paura, che non sanno fissare un limite alla loro missione, che senza ricercare il riposo, tornano al lavoro. Voi siete quelli che nessuna avidità divora, che mai aspirarono a denaro ed onori. Voi siete quelli che consacrano una vita intera senza mai attendersi nemmeno un semplice grazie. Ma voi sapete anche quanto occorra amare e credere, poiché il vostro cuore è oro e la vostra anima è fuoco".
In quella descrizione riconosco tutti Voi, Donne e Uomini della Squadra Navale, e, ritornando fra Voi, desidero rinnovarVi la mia più sincera ammirazione per la Vostra incondizionata disponibilità, incrollabile abnegazione, granitico senso del dovere, ardente passione e, soprattutto, per il Vostro grande cuore.
Con tutti Voi al mio fianco, come equipaggio coeso, mi sento sereno e pronto ad affrontare qualsiasi burrasca, a bordo della nostra Flotta, orgoglio dell’Italia e Grande nel mondo.
Viva la Squadra Navale, viva la Marina, viva l’Italia."



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